Mattoncini Lego, un gioco che non conosce crisi

Un falegname di Billund, in Danimarca, tal Ole
Kirk Christiansen, fondò la sua azienda nel 1916. Inizialmente produceva
arredi, ma, complice un incendio nel 1924 e la crisi del 1929, pensò a
fabbricare versioni in miniatura dei suoi prodotti, da cui si originò l’idea di
realizzare giocattoli. Nel 1934 coniò il nome LEGO, prendendo ispirazione
dalla locuzione in lingua danese leg godt (“gioca bene”). Dagli
yo-yo di legno invenduti, l’istrionico artigiano creò ruote per camion
giocattolo. Quando l’utilizzo della plastica si diffuse, Christiansen la introdusse
nella propria produzione fino al lancio, nel 1949, dei famosi mattoncini, denominati
Automatic Binding Bricks. Composti di acetato di cellulosa, potevano essere
assemblati e disassemblati fra loro. I pezzi vennero progressivamente
migliorati negli anni fino a giungere, nel 1958, alla versione che tutti amiamo.
Nel 1963 fu utilizzata la plastica ABS (acrilonitrile butadiene stirene),
tuttora usata, un materiale atossico, meno soggetto a perdita di colore e deformazioni
e più resistente a calore, acidi ed altri elementi chimici. Nel 1964 nelle
confezioni di Lego furono per la prima volta inclusi i manuali d’istruzione. Il
7 giugno 1968 fu creato il Parco Legoland a Billund, con elaborati
modellini di città in miniatura interamente costruiti con i mattoncini, che
attirò un milione di visitatori. La
collezione fu arricchita nel 1978 con la presenza degli omini, con braccia e
gambe orientabili, una faccia di colore giallo sulla quale era dipinto un
allegro e rassicurante sorriso. Fu solo nel 2003 che i colori della
pelle disponibili si allargarono per comprendere tonalità più
realistiche.
Dalla iniziale serie classica, l’azienda ha nel tempo realizzato anche la Duplo, dedicata ai più piccoli, dai mattoncini più grandi (quindi non ingeribili) e più facilmente incastrabili, e la Technic, rivolta ai più grandi, dalla gran quantità di pezzi meccanici, ingranaggi, motori e perfino programmabile.
Al primo “Professore di Dinamiche di Business Lego”, Xavier Gilbert, fu assegnata una cattedra all’International Institute for Management Development a Losanna, in Svizzera. Nel 1988 si tenne il primo campionato mondiale di costruzioni Lego.
I colori più diffusi dei mattoncini base sono rosso, giallo, blu, nero, bianco e grigio chiaro. L’azienda rifiutò per molto tempo di produrre mattoncini verdi, preoccupata dal fatto che potessero accostare al brand l’immagine della guerra.
Una delle caratteristiche chiave dei Lego è il far parte di un “sistema”. Ogni nuova serie o scatola è compatibile con il resto dell’apparato; ciascun pezzo, indipendentemente dalle sue dimensioni, forma o funzione, si incastra con la maggioranza degli altri. Qualche curiosità: i più grandi set di Lego sono il Taj-Mahal (5922 pezzi), il Millennium Falcon (5195 pezzi) e la Tour Eiffel (3428 pezzi). Il fascino del Lego ha battuto anche il Covid. Le vendite dei mattoncini più famosi al mondo, che hanno visto crescere tante generazioni, hanno fatto registrare un aumento a doppia cifra per il gruppo danese nel primo semestre 2020, realizzato grazie al commercio online. Un’ulteriore spinta alla crescita mondiale ininterrotta di Lego è da attribuire anche al lancio di una linea di prodotti adattati all’alfabeto ed al linguaggio Braille, dando la possibilità anche i non vedenti di poter giocare, divertirsi ed apprendere.
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